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About me

 

 

I miei quadri sono quello che vivo, quello che sono o vorrei essere.

Quello che è stato o che poteva diventare. Sono i miei alibi e la mia casa…

 

…Come le rivoluzioni che ti fanno cambiare…

Le sere d’estate e i pomeriggi d’ottobre.

Le gocce a morire sul vetro.

L’attimo prima del bacio.

Un anello verde in una carezza.

Sbagliare strada e non perdersi.

Farsi spingere sull’altalena da mani sicure.

La prima volta sui tacchi.

Ridere delle cose.

Le battaglie che vinci e quelle che ti danno ragione.

Le notti dopo gli esami.

Gli istanti prima del risveglio in cui ancora ricordi i tuoi sogni.

I sorrisi che restano aperti sul viso.

Una tappa imprevista.

Tuffarsi dal pedalò.

Abbracciarsi davanti all’ultimo treno della sera.

L’alba che ti sorprende a non aspettarla.

La prima volta che piangi di gioia.

Il tuo turno dopo una fila.

Perdere la cognizione del tempo.

Imparare a fischiare.

Due mani che si incontrano e si riconoscono.

Riuscire a chiedere scusa.

Leggere su un libro righe sottolineate per te.

Scartare un regalo.

Lottare per un’idea.

Raggiungere un risultato.

Ricevere una lettera d’amore.

Le serate alcoliche.

La prima volta che dormi fuori casa.

Le stelle che hai visto cadere e quelle che hai perso.

Le seconde occasioni.

Una foto in cui ridi e sembri felice.

Passarsi la lingua sui denti dopo aver tolto l’apparecchio.

Le notti che sembrano fatte per te e quelle che ti restano dentro.

Regalarsi lo stesso libro.

Imparare ad andare in bicicletta senza rotelle.

Il primo bagno dell’estate.

Il sabato mattina.

La canzone che ti ricorda qualcuno.

I momenti in cui capisci che qualcosa è cambiato.

Trasgredire a una regola.

Cedere al sonno che arriva.

Fare la pace.

La scritta “ammesso” accanto al tuo nome.

Cappuccino e cornetto in autogrill quando un giorno finisce.

Trovare parcheggio.

Trovare un amico.

Trovare un tesoro pure non sarebbe male però.

Gli odori che all’improvviso ti riportano a casa.

La prima volta che vedi la neve.

La prima volta che t’innamori.

La prima in cui si innamorano di te.

 

 

 

Silvia Lucidi

artista e architetto vive e lavora a Tolfa (Rm)

C’è un momento nella vita di ognuno in cui le emozioni del presente si fanno tanto intense da divenire soffocanti. E l’anima, costretta all’apnea, cerca il sollievo nel respiro infinito del tempo. In quel labirintico continuum di ieri, oggi e domani che fa di noi le persone che siamo. È difficile uscire “A riveder le stelle” se non si individua un sentiero che ci guidi nel difficile viaggio alla scoperta del sé. I miei quadri sono per me questo: il provvidenziale filo d’Arianna che mi accompagna quando, “Aspettando l’alba” e riuscendo per un attimo a “Superare le paure”, inseguo, trovandola di tanto in tanto, “La chiave segreta”. Nel turbinio cromatico lo scenario che avvolge le mie figure a tratti si dissolve in contorni onirici e quasi sospesi, a volte si delinea invece nel profilo di un paesaggio metropolitano che ospita storie e volti. “Il mondo è bello e feroce” diceva Platonov: servono efficaci “Tecniche di autodifesa” o liberatori momenti di pura “Autogestione” o, ancora, “L’ultimo treno della sera”, che arrivi a prenderci, ma non a portar via qualcuno. Quando il pennello sfiora la tela e il colore diventa forma, e la forma acquisisce un sentire, “Come in un lungo viaggio” appare “Il sole dietro la collina”, e allora il dolore delle “Strategie interrotte” svanisce, il cielo si fa blu, le figure danzano “A cuor leggero” tra architetture non più fragili e le alchimie misteriose del cuore e dei sensi ci ricordano che “La matematica non è un’opinione”: “Ora – infatti – è tempo di ballare!”

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